Perdendo tempo precipitando

18 Lug

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Scalavano assieme una montagna, quando a un certo punto lei gli lasciò la mano e lui cadde nel vuoto. Avvertì in primo luogo un senso di incommensurabile affetto, che presto avrebbe lasciato il posto alla cruda realtà. Precipitando per molti metri, non smetteva di chiedersi il perché di quel gesto; se in qualche modo avesse potuto prevederlo, se fosse stato possibile tornare indietro… evidentemente, no. Non si recupera una caduta da quell’altezza. Non avendo altro da fare in quei pochi ultimi attimi, avvitandosi su se stesso precipitevolissimevolmente tornava a chiedersi quale sarebbe stata la direzione che lei avrebbe scelto; certo sarebbe salita verso l’alto ancora per un poco. Egli invece scendeva, scendeva, e non per sua scelta. Ora avvertiva se stesso come un inutile peso di cui avrebbe voluto liberarsi… ma non poteva.

La terra si avvicinava a una velocità sempre maggiore e le cose del mondo si ingrandivano e diventavano sempre più chiare ai suoi occhi. Ipotizzò, non avendo altro da fare, che la capacità di distinguere bene le cose si fosse offuscata durante la salita, che evidentemente aveva dato qualche affanno. Perse il poco tempo che gli restava ipotizzando come sarebbe potuto andare se solo avesse scelto un percorso diverso, se solo foss…

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